I beni comuni rifioriscono- Le consorterie

10 Ott 2023

“La memoria non consiste solo in ricordi ma fornisce i frutti per progettare il futuro.” Ndr.

L’interesse di ritornare alla logica dei beni comuni, secondo il modello gestionale a cui si è ispirata la vita delle comunità alpine per secoli, è sotto gli occhi di tutti: la forma giuridica della proprietà privata individuale, estrattivista e capitalistica porta a egoismi e sprechi totalmente incompatibili con il futuro necessariamente più sobrio e conviviale a cui gran parte dell’umanità aspira, soprattutto a fronte delle gravissime crisi climatiche e ambientali che ormai incombono su di noi.

Gli studi sistematici sulla sostenibilità dei beni comuni condotti negli scorsi decenni da Elinor Ostrom – autrice del pionieristico volume Governing the Commons e prima donna a ricevere nel 2009 il Premio Nobel per le Scienze Economiche – hanno aperto la strada ad una rinascita inaspettata, dopo decenni di pensiero economico dominato dalle opposte correnti marxiste e liberistiche.

In Valle d’Aosta, grazie al forte ritorno di interesse provocato a livello nazionale dalla legge n. 168 del 2017 sui domini collettivi, ispirata da studiosi autorevolissimi come Paolo Grossi e Pietro Nervi, la legislazione sui beni comuni tradizionali è stata rinnovata grazie alla l.r. 1° agosto 2022, n. 19 (Norme in materia di consorterie e di altre forme di dominio collettivo).

A promuovere questa riforma è stato un grande sforzo collettivo partito dal basso e coordinato dall’Associazione di promozione sociale Autonomie e beni comuni della Valle d’Aosta (ABC VdA), un’associazione che concentra la propria azione sulle tradizioni di autogestione dei beni comuni e di autogoverno della comunità valdostana, ispirandosi al principio di condivisione dei beni della conoscenza ed operando nello spirito di una comunità aperta nell’approfondimento e nella divulgazione delle esperienze storiche di gestione dei beni comuni, dei loro fondamenti costituzionali, statutari, normativi e consuetudinari.

Grazie a questa recente legge regionale, è stato legalmente sancito il carattere specialissimo della delle consorterie valdostane nella loro storica natura giuridica.  A questa forma di comproprietà, vero e proprio ordinamento giuridico primario delle comunità valdostane, è definitivamente garantito l’esercizio, in forma sia collettiva che individuale degli ancestrali diritti di godimento sulle terre. Ciò avviene nel rispetto dei principi di democraticità, trasparenza e pubblicità delle decisioni assunte dagli enti esponenziali delle collettività che gestiscono questi beni collettivi. Ad esse è stata attribuita personalità giuridica di diritto privato per esercitare la loro azione in piena capacità di gestione, oltre che di auto-normazione, per mezzo dei loro statuti e regolamenti.

In tempi in cui si scopre – e si è inserito finalmente anche in Costituzione! – il dovere di rispettare i diritti delle generazioni future, la consorteria valdostana, in quanto forma di comproprietà intergenerazionale, è emblematica di una concezione del diritto che non guarda solo all’oggi, ma protende la sua finalità solidaristica e i suoi benefici anche a vantaggio dei posteri.

Ha quindi potuto prendere avvio nella nostra Regione, in concomitanza con l’adozione di questa legge particolarmente innovativa, un intenso lavoro di rilancio dell’assetto comunitaristico, portato anche alla nascita di un organismo associativo speciale fra le consorterie valdostane, il Réseau des consorteries et des biens communs de la Vallée d’Aoste.

In questo solco, è significativo che siano anche fioriti nuovi studi e ricerche specialistiche di grande interesse, fra cui spicca in particolare un pregevole volume di Silvio Rollandin, che del Réseau è vice-presidente: “Le consorterie di Ayas ed altri frammenti di storia locale”, edito dall’Association Valdôtaine Archives Sonores.

Unendo alla passione per la storia locale la sua grande esperienza di amministratore, Silvio Rollandin ha reso un preziosissimo servizio alla propria comunità, accendendo anche un’utile e, in prospettiva, fruttuosa luce per la riscoperta di un modello esemplare di vita di comunità e per far crescere ben oltre i confini della Val d’Ayas la consapevolezza della necessità di continuare a difenderla dai suoi molti avversari.

Il destino delle consorterie, come di tutti i beni comuni, siano essi locali o universali, continua ad essere nelle mani e dipende dall’impegno e dal rigore di tutti coloro che le studiano, difendono e promuovo con generosità e abnegazione.

 

Roberto Louvin