339 lastre (da 6×9 a 10×15), 570 neg. 6×6 N/B, 416 neg. 6×6 a colori.
Siamo venuti a conoscenza di questo fondo grazie alla bis-nipote dell’autore, Martina Domaine , la quale ci ha contattato a inizio 2019. Grazie a un accordo con la famiglia e al sostegno finanziario dell’Amministrazione Regionale, abbiamo poi acquisito le lastre e i negativi, mentre le stampe sono rimaste di proprietà dei discendenti.
Il restauro, la messa in sicurezza e la digitalizzazione delle lastre – che l’umidità e la cattiva conservazione avevano ormai quasi compromesso – e dei negativi è stato poi effettuata e completata sotto la guida di Enrico Peyrot, senza dubbio il più grande esperto della storia della fotografia in Valle d’Aosta.
Con competenza e passione egli ha anche messo a punto un primo embrione di catalogazione che Martina Domaine, un po’ alla volta, completerà, trattandosi di un lavoro a lungo termine.
Il fondo racconta, attraverso le immagini di Cugnod, la storia della valle d’Ayas negli anni che vanno dal 1930 agli anni ’70, “un periodo nel quale – sostiene Peyrot – i professionisti della fotografia hanno avuto generalmente un approccio promozionale al soggetto, mentre Cugnod era soprattutto animato dall’affetto per la sua valle”.
Una prima piccola esposizione è stata organizzata ad Antagnod di Ayas nell’estate del 2019.
Il fondo è conservato alla Maison de Mosse e non è ancora consultabile al pubblico.
Jean Cugnod detto Lo Maître
nasce a Montjovet da una famiglia di contadini, il 17 settembre 1894, e va a scuola solamente tre anni. Poi, parte per la Francia insieme al padre, con la speranza di guadagnare facendo il mestiere di muratore. Dieci anni dopo, con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale deve rientrare per partire al fronte. Catturato dai tedeschi, è prigioniero in Germania e rientra a casa a piedi a inizio 1919.
Nel 1927, si sistema ad Antagnod dove sposa Marietta de Médé (Maria Commod), con la quale ha due figli, Nadia et Ennio. Jean lo Maître diventa in seguito impresario e costruisce soprattutto case, ma trova anche il tempo per la famiglia e per coltivare le sue passioni: la musica e la fotografia.
Autodidatta, suona il clarinetto e la fisarmonica e fu certamente uno dei primi a possedere un apparecchio fotografico ad Ayas in quel periodo. Egli ha fotografato la sua famiglia, gruppi scolastici, gruppi di persone in occasioni delle feste patronali o di celebrazioni religiose, eseguendo anche ritratti o foto tessera per i documenti di identità. La sera, quando i bambini erano a letto, stampava egli stesso le fotografie a partire dalle lastre di vetro. Muore nel 1977.